Da Assegno Familiare ad Assegno Unico: cosa cambia?

Assegno unico

                       

 

 

Assegno unico: i punti chiave

L’assegno unico è tema molto caldo in questi primi mesi del 2022: cos’è, come funziona e come si richiede?

Al di là dei cambiamenti che porta in sé, l’assegno unico punta il riflettore su tematiche interessanti su cui ragionare, e fornisce degli spunti di educazione finanziaria.

Di seguito ne analizziamo i punti chiave e sciogliamo qualche nodo a riguardo.

 

"La percezione dell'assegno unico, si sposta dal genitore al figlio, che ne diventa il diretto beneficiario!"

 

 

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Che cos’è l’assegno unico?

Il governo ha deciso di lanciare l’assegno unico universale, per riconoscere una forma di sostegno a tutte le famiglie con figli. La percezione di questo assegno si sposta dal genitore al figlio, che viene ora considerato come diretto soggetto beneficiario.

L’assegno riguarda tutte le famiglie con figli, anche in arrivo (si considerano dal settimo mese di gravidanza), fino al 21esimo anno di età. Per i figli con disabilità non vige alcun limite di età.

L’assegno unico ha un importo che va da un massimo di 175 euro a figlio per famiglie con un isee inferiore a 15.000, fino a minimo 50 euro per isee superiori a 40.000 euro. Non calcolando l’isee, si percepisce il valore minimo.

                       

 

 

                       

 

 

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Come funziona?

L’assegno unico è unico perché accorpa differenti benefici: bonus mamma domani (800 euro alla nascita), gli assegni per nucleo familiare, il bonus bebè e le detrazioni per figli a carico. Tutti questi bonus non spariscono, convergono nell’assegno unico! Resta il bonus asilo nido, su base isee e universale.

Da marzo verranno interrotti in busta paga gli assegni per nucleo familiare e la detrazione per figli a carico, mentre già da gennaio è stato interrotto il bonus mamma domani.

L’assegno arriva sotto forma di bonifico dal 15 di ciascun mese in poi.

 

 

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Come richiederlo?

La domanda per l’assegno unico va presentata all’INPS dal 1 gennaio al 30 giugno, per evitare di perdere gli arretrati; il bonus parte da marzo e finisce a febbraio dell’anno successivo.

L’assegno unico si basa sull’isee, che non coincide con il reddito, ma valuta la ricchezza delle famiglie, considerando anche il patrimonio, mobiliare e immobiliare. L’isee può essere calcolato sul sito dell’INPS con lo spid, oppure da caf o patronati, gratuitamente. L’isee considera i dati relativi a due anni addietro, ma è possibile anche calcolare quello corrente, sulla base degli ultimi 10 mesi. Ha durata ridotta (10 mesi), ma fornisce una lettura più aggiornata e puntuale della situazione attuale del nucleo familiare.

I percettori di reddito di cittadinanza non devono fare domanda, l’isee accredita automaticamente.

 

                       

 

 

                       

 

 

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Le spese per i figli si possono continuare a detrarre?

Le detrazioni per le spese sostenute per i figli con codice fiscale (spese mediche, mensa, sport, ecc) si continuano ad avere nella dichiarazione dei redditi.

La detrazione che è stata eliminata è quella per figli a carico in busta paga.

 

 

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Cosa cambia rispetto a prima?

Si potrebbero riscontrare delle variazioni rispetto a quanto percepito precedentemente con i bonus pre esistenti. Per scoprirlo con certezza è sconsigliato fare simulazioni senza isee preciso.

L’inps mette a disposizione un simulatore per analizzare tale cambiamento. In alternativa, se lavoratore dipendente, puoi consultare i valori relativi alle voci “nucleo familiare” e “detrazioni per figli a carico” delle vecchie buste paga e confrontarle col nuovo.

 

                       

 

 

                       

 

 

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Domanda per genitori separati o divorziati, cosa cambia?

L’isee da considerare per presentare domanda è quello del nucleo familiare di cui fa parte il bambino. Se i genitori sono separati possono accordarsi per riceverlo al 50%: l’isee a cui far riferimento è sempre quello dello stato di famiglia a cui appartiene il bambino.

 

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Michela Calculli assegno unico