Carico Mentale

Tutto ciò che devi sapere

con Natalia Levinte

 

Il carico mentale - in senso pratico - è ricordare, ideare, organizzare e rendere conto di tutte le cose che fanno andare avanti una famiglia.
Si può chiamare anche “lavoro invisibile”, capace di consumare moltissime energie.
Comprende ogni cosa che una persona pensa e fa per la famiglia e i figli.
Si tratta di pensieri che generalmente non abbandonano mai la madre, nemmeno quando si dedica a un’altra attività.
                       

 

 

Il lavoro di carico mentale è tutto quello che sta dietro ad un’azione compiuta: non si tratta di “portare il figlio dal dentista”, ma piuttosto di tutti i pensieri che vengono prima, come “ho preso l’appuntamento? L’ho segnato sul calendario? Ho organizzato chi va a prenderlo a scuola e lo porta allo studio? C’è qualcuno che possa poi portarlo a fare sport?”.

Questo genere di pensieri e pressioni ricade molto spesso esclusivamente sulla madre.

Generalmente, la madre è inoltre investita di tutte le attività di lavoro domestico e lavoro di cura: gestione della casa, della famiglia, dei figli in senso pratico. Tutte mansioni che sono autometicamente attribuite alla donna per il semplice fatto di essere tale.

 

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Delegare o condividere?

La condivisione del carico mentale non si raggiunge delegando o chiedendo aiuto: è necessario fare molta attenzione ai termini che utilizziamo.

Il fatto che il partner divida con la madre la responsabilità legata ai figli non è un favore né un aiuto. Chiedere aiuto sottintende che quella mansione sia della madre, e che il padre si renda disponibile per alleggerire il peso. Il carico mentale dovrebbe invece essere condiviso e collaborativo.

Il lavoro non spetta di diritto alla donna! La suddivisione del carico mentale dev’essere reale: quel che diventa responsabilità dell’altra persona esce dalle nostre mansioni, e di conseguenza deve uscire dalla nostra mente e non appesantire ancora il carico mentale. Se il partner si occupa di una certa attività, non dovremo più preoccuparcene noi o metterci bocca, ma piuttosto concentrarci su ciò che invece fa parte delle nostre responsabilità.

 

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Sulla madre ricade spesso ogni tipo di responsabilità: ad esempio, l’educazione anti sessista. Non dovrebbe esserci bisogno di insegnare ai bambini che siamo tutti "alla pari".

L’educazione antisessista dovrebbe essere un processo di apprendimento automatico, che scaturisce dall'osservazione delle dinamiche familiari: vedendo il padre fare lavori domestici e lavori di cura, essere presente e responsabile in casa, il bambino crescerà con la consapevolezza che non ci sono ruoli e non ci sono differenze, ma anzi tutti fanno tutto in maniera collaborativa.

 

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Che cos'è il carico emotivo?

Oltre alle responsabilità, sulle donne ricadono moltissime aspettative: ci si aspetta che siano felici, tranquille e pacate per rendere gli altri piacevolmente a loro agio gli altri nell’ambiente circostante.

Se si pensa alla donna come un termometro, ci si aspetta che mantenga una temperatura piacevole, mite, che renda l’ambiente familiare calmo, mentre agli altri membri della famiglia sono concesse libertà quali arrabbiarsi, lamentarsi, ecc.

Alla donna sono attribuite tutte le responsabilità e i carichi, le madri devono mantenere insieme la famiglia: si genera così un’enorme pressione, e si dà loro tutto il carico mentale ed emotivo da portare sulle spalle.

La soluzione migliore per gestire il carico mentale? Parlare, esprimere il proprio punto di vista e le proprie sensazioni, e soprattutto condividere in maniera reale e concreta le responsabilità, i compiti e le mansioni

 

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