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Famiglie Felici

Una chiacchierata con Carlo di @papaperscelta
                       

 

 

Ciao Carlo, grazie per essere qui con noi! Come definiresti la tua famiglia?

Amiamo definirci “una famiglia tutta al maschile” perché è effettivamente ciò che siamo: due papà e due bambini.

Il nostro racconto ha facile capacità di identificazione con altre tipologie di famiglia, diverse nella forma ma simili nella sostanza. Il nostro è stato un percorso lungo e complesso, perchè in Italia non è possibile adottare per le coppie di persone dello stesso sesso o single. La gestazione per altri in America è stata l’unica opzione possibile per realizzare il nostro sogno.

 

Dal racconto quotidiano della vostra vita sono nati un libro e un gioco: com’è nata quest’idea e di cosa si tratta?

Avevamo la necessità di estendere il racconto della nostra vita al di fuori dei social. Volevamo oltrepassare la grammatica dei canali mediali e il libro ci ha permesso di farlo. È stato un lavoro a 4 mani: io e Christian siamo partiti raccontando la nostra infanzia e adolescenza. Abbiamo avuto due storie diverse: io nasco in una famiglia che oggi sarebbe definita “tradizionale”, mentre Christian in un contesto diverso che alcuni potrebbero considerare “disfunzionale” data l’assenza di un padre vicino; in realtà questa esperienza gli ha permesso di diventare la persona splendida che è. Oltre alle nostre storie personali, nel libro c’è tanto dei bambini, della nostra belly mommy e in generale della nostra famiglia!

 

 

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papà per scelta

 

In Italia la legge 140 vieta la gestazione per altri, ovvero il coinvolgimento all’interno di coppie sterili o omogenitoriali di figure terze per poter avere un figlio. Per noi l’unico modo per avere dei figli è stato quello di andare negli Stati Uniti, dove abbiamo anche potuto abbattere tutti gli stereotìpi legati alla nostra scelta. Krista, la nostra belly mommy, ha deciso di intraprendere questo percorso con noi, e così tutta la sua famiglia. C’era la volontà di creare due famiglie: la nostra, composta da me, Christian e i nostri figli, e una allargata. Ed è esattamente ciò che è successo!

E così facendo abbiamo dato vita ai nostri due bambini, due anime meravigliose, e questa non può che essere una bella cosa.

La gestazione per altri negli Stati Uniti è una pratica molto seria: per potersi sottoporre ad essa le donne devono rispettare alcune regole molto rigide: ad esempio, devono già avere dei figli propri e devono sottoporsi a test psicoattitudinali. Il 90-95% delle donne che richiedono di partecipare a questa pratica viene scartato: ciò implica che le persone che intraprendono questa scelta virtuosa siano veramente sicure, convinte e determinate a farlo.

 

Quali sono i vostri valori educativi?

Senza dubbio l’ascolto e la gentilezza. Julian e Sebastian sono gemelli ma sono molto diversi fra loro. Il nostro mestiere è quello di ascoltare le loro esigenze e assecondare la loro predisposizione nel fare le cose. L’ascolto parte dall’ascoltare i silenzi e osservare la direzione che stanno prendendo i nostri figli. Ciò su cui non scendiamo a compromessi è la gentilezza: sembrano banalità, ma se si insegnano ai bambini quelle poche e semplici paroline chiavi li renderemo dei futuri adulti migliori.

Inoltre pensiamo che la rappresentazione di tutte le realtà sia fondamentale. Noi raccontiamo, a tutti e in primis ai nostri figli, una parte di mondo che esiste. Insegniamo a Sebastian e Julian che non esiste un solo modello famigliare, ma molteplici. Alla fine lo scopo di ogni genitore è quello che i propri figli stiano bene: questo è il filo conduttore che accomuna tutti, ed è quello che conta!

 

papà

 

Due gemelli sono molto impegnativi, e tu e Christian siete entrambi molto impegnati. Come gestite il vostro tempo e quello con i figli?

Se noi siamo soddisfatti come persone e come coppie trasmetteremo questo ai nostri figli. Inizialmente Christian è riuscito a sopperire ad una mia immaturità genitoriale: lui mi ha aiutato a capire dove stavo creando dislivello tra ciò che io volevo e ciò di cui i bambini avevano bisogno in quel momento. Siamo fortunati perché io e lui ci compensiamo. Non siamo metodici, ma da noi vige una regola: “Tutti siamo importanti e indispensabili. Non esiste un modo di fare le cose, basta che le cose si facciano”.

Inoltre non ci siamo mai vergognati di alzare la mano e chiedere aiuto. Un suggerimento che mi sento di dare è quello di chiedere aiuto quando necessario. Non c’è niente di male quando e se si arriva al limite: non vergognatevi.

 

Cosa pensate circa l’esposizione mediatica dei bambini? Come vi comportate a riguardo?

Noi coinvolgiamo i bambini in ogni nostra attività. Il nostro è un progetto a 360 gradi che implica fare divulgazione in moltissime situazioni, ad esempio nelle scuole, che porta via molto tempo. Un progetto per essere sostenibile dev’essere anche sostentato, e la nostra retribuzione arriva anche dalle sponsorizzate. Ma chiaramente nella scelta c’è molta selezione, affinchè ciò che sposiamo risponda ai nostri valori. In questo momento molti brand si fanno portavoce di realtà molteplici, tra cui la nostra, e si sostituiscono ai media tradizionali e alla politica. Proprio per questo ci teniamo ad abbracciare soltanto progetti che ci rappresentino e che siano conformi al nostro essere e alla nostra filosofia!

 

Per finire… Quali sono i vostri tre prodotti salvavita?

Pennarelli lavabili, scatole porta gioco e librerie montessoriane!

 

 

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