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Alimentazione complementare, da dove iniziare

a cura di @verdy75

 

Quando un piccolo si avvicina ai sei mesi significa che è arrivato quel momento, quello tanto atteso (e in alcuni casi temuto) dello svezzamento. Dal latte i vostri piccoli passeranno a sperimentare il gusto degli alimenti. Mi sembra bello paragonare questa tappa a una meravigliosa avventura alla scoperta degli alimenti, un’avventura a che vi preparerete insieme a vivere.

 

 

Molti genitori, prima di cominciare, pensano di dover stravolgere il loro modo di cucinare e di gustare il cibo. Invece quello che ripeto sempre ai genitori è che l’inizio di questo meraviglioso viaggio si trasforma in un’occasione per l’intera famiglia di rivedere, in chiave più sana, la loro intera alimentazione! Questo non vuol dire mangiare necessariamente “più triste”, ma approcciarsi in modo più equilibrato alla scelta degli alimenti da preparare e da portare in tavola. Rimarrete stupiti dal fatto che può essere un’occasione per provare nuovi ingredienti, nuove combinazioni e nuovi modi accattivanti di portare in tavola piatti di tutti i giorni!

L’inizio può rappresentare per molte famiglie uno scoglio intramontabile.

Da che parte iniziare, vi starete chiedendo.

Vediamo insieme qualche punto saliente!

 

 

Quando iniziare l’alimentazione complementare o svezzamento?

Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) informano che non esiste un momento preciso eguale per tutti i lattanti in cui iniziare lo svezzamento. Questo è fondamentale, perché pone per la prima volta l’attenzione alle abilità raggiunte dal bambino, prima dei mesi raggiunti.

Questi sono i parametri che possono aiutarvi a capire se i vostri bambini sono davvero pronti.

- Ha almeno 6 mesi? In realtà non è un parametro rigido, perchè ci sono bambini che saranno pronti prima e altri, come ad esempio i bambini prematuri, che potrebbero iniziare più tardi;

- Rimane eretto con la schiena? Ciò non significa che debba restare seduto da solo senza aiuti, ma che abbia un minimo di abilità nello stare eretto con il busto ed è importante per prevenire il rischio di soffocamento;

- Ha perso il riflesso di estrusione della lingua? Ovvero, ha perso quel riflesso per cui la lingua tende a respingere tutto ciò che viene messo in bocca? E’ importante che abbia perso questo riflesso perché è l’antagonista della masticazione e della deglutizione;

- Ha interesse nei confronti del cibo? Lo osserva, cerca di afferrarlo con le mani e lo porta alla bocca? Questo interesse si acquisisce soprattutto se i bambini sono stati abituati a vedere i genitori mangiare e non si tratterà inizialmente di una vera e propria fame, ma di una curiosità. Se, invece, all’età di 6 mesi non hanno ancora iniziato a manifestare questo, vi consiglio di portarlo a tavola con voi.

 

 

Quali alimenti offrire all’inizio?

Partiamo da un caposaldo: fidatevi in primis del vostro bambino, osservando il suo interesse e ricordatevi che non dovete sostituirvi alla loro volontà, ma fare da tramite. Sarà lui a scegliere quando e quando mangiare, voi dovete solo preoccuparvi di offrirgli gli alimenti nella giusta consistenza.

Iniziate con gradualità, partendo da ciò che fa stare più tranquilli voi genitori e che segui il principio dell’alimentazione responsiva, ovvero “nutrire sulla base della risposta del bambino”. Se vuole essere imboccato non ci sono problemi, se vuole fare da solo mettetegli a disposizione il cibo in modo sicuro così che possa sperimentare in autonomia.

A 6 mesi iniziate con le consistenza più cremose e morbide: sono primi approcci che consentono al bambino di assaporare nuovi sapori in sicurezza. Potete poi passare gradualmente alla pastina piccola e nel giro di poco alla pasta in formato sicuro. Dipende dal vostro bambino e sa voi. L’importante è che attorno ai 10-12 mesi ci sia stato il passaggio di consistenza.

I primi approcci possono consistere in piccoli assaggi, magari presi dal vostro piatto: un pochino di zucca cotta al vapore e schiacciata, un pezzetto di mela grattugiata, un cucchiaino intinto in un passato di verdure senza sale, …

In un secondo momento passerete quindi a pianificare pappe e pasti più completi, utilizzando cereali piccoli e morbidi (miglio, cous cous, riso stracotto, amaranto ad esempio), verdure frullate e fonti di proteine frullate o sminuzzate.

 

 

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Quali sono gli utensili utili?

Per i primi approcci con il cibo scartate contenitori con colori troppo vivaci e disegni, perché attirano troppo l’attenzione del bambino e non gli permettono di distinguere i pezzi del cibo.

Quindi all’inizio puntate su piatti dai colori chiari e niente fantasie. A volte ancor meglio dei piatti saranno i tappetini piani, che servono per appoggiare i bocconi che gli fornirete. Per quanto riguarda le posate, all’inizio saranno le vostre mani o dei cucchiaini con una buona impugnatura.

Per bere l’opzione migliore restano i bicchieri o le tazze aperte, in modo da permettergli una corretta muscolatura della bocca.

 

 

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Verdiana Ramina, dietista

Attraverso il sito www.nutricam.fit Verdiana è a disposizione delle famiglie che con mille dubbi e perplessità che si approcciano al mondo dell'alimentazione complementare per i propri figli e delle donne in gravidanza e allattamento che vogliono acquisire i concetti di una sana alimentazione, attraverso consulenze online.

 

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