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Giochi 0-18 mesi per lo sviluppo del linguaggio

con @logopedistachecchinmonica

 

Per i più piccoli, gioco e apprendimento sono interconnessi: il gioco costituisce la cornice in cui si sviluppa ciò che il bimbo apprende. Attraverso il gioco il bambino può conoscere, comprendere e interiorizzare le nuove esperienze e conquiste.

I bimbi attraverso il gioco sviluppano abilità cognitive, sociali, comunicative e linguistiche: imparano a stare con gli altri, regole e turni, nuove parole, potenziano le loro competenze di memoria e attenzione.

A livello cognitivo il gioco favorisce lo sviluppo di memoria, attenzione e concentrazione, oltre che stimolare capacità di pianificazione motoria e cognitiva e le abilità percettiva. Il gioco inoltre è fondamentale dal punto di vista della socializzazione, in primis da un punto di vista socio-emotivo, ma anche come strumento che consente al bambino di conoscere i propri bisogni e mediarli con quelli degli altri. Il gioco inoltre permette di controllare e gestire le frustrazioni che vengono sollecitate dai rapporti con gli altri.

 

                       

 

Nel gioco il bimbo esplora ed impara attraverso l'ambiente circostante. Cosa è importante che il genitore faccia durante il gioco per favorire il linguaggio?

Fascia 0-12 mesi

Dalla nascita ai primi due mesi il bambino emette suoni che raramente sono di tipo linguistico, a causa dell’anatomia del tratto vocale che non glielo consente. Tuttavia, è in grado di manifestare delle reazioni ai suoni attraverso alcuni comportamenti uditivi e comunicativi. Inoltre, l’alternanza di suoni forti e deboli potrebbe attirare la sua attenzione e lo manifesterà spalancando o socchiudendo gli occhi.

Tra i 2 e i 3 mesi il bambino inizia a controllare il capo arrivando a seguire un oggetto fino a 180° e in particolare inizia a sollevare il capo quando è prono. Alla fine dei 3 mesi scompare il riflesso di grasp palmare e il bambino può iniziare ad afferrare con la mano a rastrello consapevolmente. A quest’età il bambino può inoltre auto-consolarsi portando le mani alla bocca.

Già a 3 mesi inoltre il bambino aggancia lo sguardo dell’adulto mentre interagisci con lui faccia a faccia. Ricorda che il contatto oculare è fondamentale per lo sviluppo del tuo bambino: osserva se il tuo bambino ti guarda, o se ad esempio è più propenso a guardare l’oggetto che gli interessa. Prova ad agganciarlo mediante l’espressione del tuo viso e i movimenti della tua bocca: tutto ciò permetterà al bambino di comprendere e acquisire numerose informazioni sulla comunicazione non-verbale.

 

 

Tra i 3 e i 6 mesi il bambino si relaziona con il mondo esterno mettendo in atto comportamenti che sono l’automatica conseguenza di uno stato interno. Tali comportamenti non sono ancora eseguiti allo scopo di raggiungere un certo effetto su chi vede o ascolta. Questa fase comunicativa del bambino viene definita preintenzionale, ovvero che arriva prima che ci sia una reale intenzione comunicativa: il bambino, infatti, attraverso i suoi comportamenti, segnala che ha bisogno di qualcosa ma non in modo intenzionale, non essendo ancora in grado di indicare quello di cui ha bisogno.

Quindi, sono le abilità interpretative della madre e dei caregivers ad individuare quello di cui necessita. L’atteggiamento della mamma nei confronti del bambino si può dire che quindi è determinato dal bambino stesso: in questo contesto, cara mamma tieni presente che il tuo modo di parlare al bambino non è altro che la tua modalità automatica di rivolgerti al tuo piccolo. Questa modalità viene definita “motherese” ed è la lingua che parlano le madri che comunicano con i neonati fatta di parole cantilenate, lunghi sguardi e pause, onomatopee, parole ripetute e frasi semplici. In questi mesi, il bambino segnala a chi si prende cura di lui i suoi bisogni fisiologici attraverso il pianto, gli sbadigli e i sorrisi. Inoltre, inizia progressivamente ad emettere dei suoni, a cui voi genitori potrete rispondere come se fosse una vera e propria conversazione (proto-conversazione), dando vita all’intersoggettività e alla condivisione di emozionalità ed affetto.

 

Si tratta infatti di simil-conversazioni faccia a faccia prevalentemente tra mamma e figlio in cui il bimbo emette vocalizzi e la mamma risponde imitandolo (facendogli eco) o con paroline semplici. Noterai quindi che il tuo bambino comincerà a sorridere spontaneamente e a riconoscere sempre di più volti e oggetti familiari iniziando a seguire con lo sguardo gli oggetti in movimento Il tuo bambino in quest’epoca potrà raggiungere e afferrare un sonaglio, scuoterlo per udirne il rumore e osservarlo in modo attento e con sguardi prolungati. Il bambino inizia in questo momento del suo sviluppo a portare gli oggetti alla bocca dando il via alla fase orale, una fase fisiologica che lo porterà a scoprire il mondo attraverso la sua bocca e che lo accompagnerà nei suoi due primi anni di vita.

Tra i 6 e i 9 mesi i bambini non hanno ancora coscienza del proprio corpo ma lo scoprono con il tempo attraverso lo sviluppo dei sensi e l’esplorazione di se stessi. Inoltre, per i bambini osservare la propria immagine riflessa nello specchio è di grande interesse e divertimento soprattutto per l’interattività dell’immagine riflessa. Sarà verso i 18 mesi che il bambino comincerà a riconoscere se stesso nell’immagine che vede riflessa. Lo specchio comunque è un buono strumento educativo perchè sostiene il bambino nella costruzione del sè e della rappresentazione mentale del corpo e del volto, permettendogli di vivere esperienze di carattere cognitivo.

 

 

In quest’epoca il tuo bambino affronterà delle tappe fondamentali, una di queste è lo svezzamento, che è il processo di affiancamento e successivamente di sostituzione dell’alimentazione basata esclusivamente sul latte tipica delle prime fasi di vita, con un’alimentazione basata su altri alimenti, liquidi e solidi. E’ un processo di durata variabile da bimbo a bimbo, e richiede una lunga fase di scoperta. In media va dai 6 mesi ai 2 anni di vita: latte e alimenti complementari al latte vanno a braccetto finchè il latte cederà progressivamente il passo agli alimenti più solidi pur continuando ad accompagnare il bambino in questi suoi primi 2 anni. Lo svezzamento è un vero e proprio percorso sensoriale che si realizza insieme allo sviluppo neuropsicomotorio del bambino. E’ un punto di partenza, di scoperta e sperimentazione e di esercizio delle abilità motorie innate, cioè presenti fin dalla nascita, del bambino!

Da un punto di vista comunicativo, dai 6 mesi il bambino è in grado di volgere il capo nella direzione di un suono improvviso e forte e reagisce a suoni familiari come ad esempio il tintinnio del cucchiaio che gli fa comprendere che è l’ora della pappa. Inizia ad essere interessato ai giochi musicali e, a partire dai 6 mesi (per affinare le sue competenze intorno ai 9), sarà progressivamente in grado di riconoscere il proprio nome e di girarsi se viene chiamato.

 

Intorno ai 6 mesi il tuo bambino potrebbe iniziare la lallazione ovvero la ripetizione di sillabe in successione. All’inizio si tratterà di lallazione canonica cioè le sillabe prodotte saranno uguali a loro stesse (ad esempio bababa) mentre in seguito le sillabe prodotte saranno diverse e si tratterà di lallazione variata. Ricorda che ​​per il tuo bambino è importante dare un feedback ovvero un rimando fatto di paroline semplici o di imitazione del suono prodotto da lui stesso: così facendo, creeremo un loop comunicativo che lo incentiverà a continuare.

Verso i 9-10 mesi di vita emergono i processi di attenzione condivisa, in cui sia l’attenzione del tuo bambino sia la tua, saranno rivolte ad un oggetto o evento esterno a voi. E’ in questo periodo che si compie il passaggio dalla comunicazione preintenzionale a quella intenzionale: il bambino capisce di produrre comportamenti che hanno per lui il valore di segnale comunicativo e li produce al fine di soddisfare i propri scopi o di raggiungere particolari obiettivi, in un contesto esplorativo e comunicativo. Verso i 10 mesi il bambino proverà ad imitarvi (manderà baci, farà ciao ciao con la manina mostrerà la lingua, aprirà la bocca ecc.. ) e ripeterà volentieri tutte le cose che gli vengono insegnate. La capacità di imitare è infatti fondamentale per lo sviluppo del linguaggio, non solo i vocalizzi ma anche mimica, espressioni e gesti articolatori, che lo condurranno poi all’imitazione anche delle prime paroline. L’imitazione parte da semplici azioni anche di gioco, per poi affinarsi ed arrivare all’imitazione di azioni più complesse e di movimenti articolatori.

 

 

A 12 mesi il tuo bambino sarà in grado di imitare espressioni facciali con consapevolezza e riprodurre azioni causa - effetto su un oggetto. Come detto precedentemente inoltre, si stabilizza l’intenzionalità comunicativa ovvero l’interesse dimostrato dal bambino verso la comunicazione, ad esempio risponde se chiamato, richiama l’attenzione e interagisce con l’adulto di riferimento. In questo contesto si colloca la comparsa della gestualità. In particolare attorno agli 8 mesi compaiono per primi i gesti performativi o deittici che fanno parte in modo naturale dell’evoluzione comunicativa del tuo bambino. Si riferiscono in modo preciso ad un oggetto o evento all’interno del contesto ed hanno una finalità comunicativa di complessità crescente: richiedere, mostrare, dare, indicare. Successivamente compariranno anche dei gesti referenziali ovvero con un preciso referente. E’ importante che il bambino acquisisca progressivamente l’alternanza del turno comunicativo e il rispetto del tempo d’attesa: ricordati di fare delle attività che gli ricordino in modo alternato che tocca a lui e poi alla mamma e viceversa. Tieni presente poi, che tra gli 8 e i 9 mesi comincia una vera e propria comprensione del linguaggio orale. Il tuo bambino comincerà a capire il significato del no, del ciao e dell’andiamo. Userà la sua voce per attirare l’attenzione e presterà attenzione a musiche e canzoni. Quando lo chiamerai si girerà e percepirà se un rumore proviene da dietro di lui. E’ in grado di comprendere se la voce di una persona è amichevole o meno, di rivolgere lo sguardo in direzione di un suono o di una voce e di riconoscere il suo nome e quello dei membri della sua famiglia anche se non sono presenti. Le lallazioni infine in questo periodo si arricchiscono di una grande varietà di suoni consonantici e vocalici fino ad accompagnare il tuo bambino a produrre suoni e onomatopee fino ad arrivare allo stadio preverbale.

 

Fascia 12-18 mesi

L’imitazione è fondamentale per apprendere: bimbi imparano imitando e ripetendo ciò che noi adulti proponiamo: per questo motivo è fondamentale fornire dei modelli efficaci, sia per quanto riguarda il gioco che per quanto riguarda la comunicazione ed il linguaggio. L'imitazione costituisce uno dei pre-requisiti fondamentali allo sviluppo del linguaggio: fornire ai più piccoli un corretto modello da imitare favorisce lo sviluppo della comunicazione e delle prime produzioni linguistiche. E’ importante creare occasioni specialmente in contesto di gioco. E' fondamentale creare in modo regolare delle situazioni in cui il bambino possa osservarci, guardarci negli occhi e prestare attenzione al nostro viso e alla nostra bocca, possa ascoltare e ripetere suoni ed espressioni, imitare gesti e affinare le sue abilità percettive e attentive. Qualsiasi gioco va bene, purché sia semplice e consenta di stabilire un'interazione.

I giochi causa-effetto soprattutto (piste di palline, giochi con pulsanti) modulati dall'adulto, in cui vengono stabiliti turni e attese sono molto efficaci.

QUALI STRATEGIE PER FAVORIRE IL GIOCO?

- mettersi all'altezza del nostro bimbo/a

- rendersi visibili, specialmente viso e bocca

- assicurarsi che il bimbo/a ci stia prestando attenzione

- scandire e articolare bene le parole

- esprimersi con parole semplici e frasi brevi

- utilizzare nomi e parole con riferimenti concreti (evitando semplificazioni eccessive)

- parlare non troppo velocemente

- utilizzare mimica e giusta intonazione, enfatizzando alcune parole

La stimolazione però non avviene solo attraverso un'attività o un gioco specifico, sebbene possa essere molto utile a catturare la sua attenzione e interesse. Stimolare linguaggio e comunicazione è un qualcosa che può avvenire sempre, in tutti i momenti della vita quotidiana, dal momento in cui il bimbo/a fa il bagnetto o sta per andare a nanna, al momento in cui mangia o siamoa giocare con lui/lei.

 

 

Qualsiasi gioco può essere utile per stimolare il nostro bimbo/a, meglio ancora se è un gioco costruito insieme, o riadattato con quello che c'è a disposizione! E' importante utilizzare un linguaggio semplice e ripetitivo, mettendosi all'altezza del bimbo/a. Il gioco migliore per il tuo bimbo sei tu mamma, o papà! Commentando le sue azioni, inserendo nel gioco gesti/segni e onomatopee o rumori, lasciando al bimbo/a il tempo di potersi esprimere come può. E' importante che tu e lui/lei siate sintonizzati sulla stessa attività, che vi alterniate nell'attività e che siate ben visibili mentre state parlando.

Fin dai primi mesi di vita è presente nel bambino il piacere per il gioco e va di pari passo con lo sviluppo psico fisico. Attorno ai 12 mesi il bambino è molto interessato al rapporto tra contenitore e contenuto e quindi lo vedremo impegnato a togliere e mettere oggetti nei vari contenitori che ha a portata di mano. Spinto dalla curiosità osserverà quanto è presente all’interno per poter attivare le sue esperienze sensoriali (tattili, uditive e visive) che ottiene mediante questa attività. Tra i 12 e i 14 mesi il tuo bambino comincerà a deambulare in maniera autonoma. Una volta in piedi potrà afferrare oggetti di suo gradimento in maniera autonoma anche oggetti di dimensioni più ridotte.

A partire dai 12 mesi il tuo bambino comprenderà di poter influenzare lo stato interno della persona con cui si interfaccia e questo è possibile grazie all’acquisizione della comprensione della soggettività e cioè che l’individuo possiede degli stati mentali. Il bambino a questo punto vuole che l’adulto si focalizzi sul suo interesse, aprendo dei turni comunicativi fatti di gestualità, suoni, espressioni mimiche e prime parole. Voi genitori avrete quindi il compito di riprendere le sue produzioni, ripetendole e ampliandole all’interno di un contesto linguistico significativo (ovvero una frase semplice!): facciamo un esempio. Il tuo bimbo si rivolge a te dicendo “bau” e riferendosi al cagnolino giocattolo che ti porta e tu rinforzerai la sua produzione dicendo “bau! Il cane fa bau!”. Ricorda che in questa fascia d’età il tuo bambino può usare la voce per attirare l’attenzione dei presenti, salutare se gli viene richiesto. E’ in grado di localizzare la fonte dei suoni che sente, guardandosi attorno in caso di rumori nuovi e focalizzandosi su rumori familiari particolarmente attraenti per lui (come il telefono o il suono del campanello di casa). Sa riconoscere inoltre le persone e le parti del corpo, oltre che il nome dei suoi giochi, e può comprendere semplici domande e comandi semplici (come ad esempio “siediti”, “dammi la mano”, “apri la bocca” etc.). A questa età è infine molto attirato dalla musica e potresti vederlo ballare ogni volta che la sente!

 

Tra i 12 e i 18 mesi si consolida sempre di più l’uso di gesti rappresentativi-simbolici ovvero gesti che si riferiscono a qualcosa e che hanno un significato ben preciso. Nascono da interazioni sociali come il ‘ciao ciao’, il ‘cucù’ o il battere le manine per dire ‘bravo’: non temerli ma incoraggiali all’interno dei vostri giochi!

La presenza di tali gesti non solo non è di impedimento allo sviluppo linguistico ma anzi, le ricerche hanno dimostrato che ne favoriscono il successivo sviluppo lessicale e possono accompagnare le produzioni verbali. In genere, intorno ai 12 mesi compaiono le prime paroline. Inizialmente lo sviluppo linguistico sarà lento e vedrà comparire le parole più frequenti e salienti per il tuo bambino e il vostro ambiente. Progressivamente, il vocabolario crescerà fino ad arrivare a costituire un piccolo bagaglio che quando raggiunge la soglia delle circa 50 parole, ti farà assistere ad una vera e propria esplosione di vocabolario!

Da un punto di vista motorio ormai avrà consolidato l’abilità di camminare autonomamente al punto da riuscire a trascinare oggetti mentre cammina. Inoltre, comincerà a raggiungere piccole autonomie quotidiane, come quella legata alla vestizione (ad esempio allungherà le mani per farsi vestire) e quella legata all’alimentazione, ovvero cercherà di mangiare in autonomia il più possibile.

 

 

Parallelamente, il tuo bambino osserverà i tuoi comportamenti di routine quotidiani per cominciare ad imitare brevi sequenze di azioni (lavare le mani, lavare i denti, ecc.) Questa abilità gli permetterà di apprendere dei nuovi comportamenti utili per la sua autonomia.

Il gioco simbolico rappresenta per il bambino l’opportunità di fare una esperienza creativa, simbolica motoria e sensoriale. Durante questa modalità di gioco i bambini non stanno imitando ma interpretando a loro piacimento una storia esprimendo così la loro sfera affettiva e relazionale. Allena la vostra fantasia a creare situazioni sempre diverse così da stimolare la sua capacità di simbolizzazione e astrazione. Questo gli permetterà di sviluppare le sue abilità cognitive e relazionali e le prime forme di pensiero astratto e di arricchimento del lessico. L’interazione che sviluppi attraverso il gioco con il tuo bambino sarà sicuramente utile a far accrescere il suo interesse verso l’altro favorendo quindi le prime forme di interesse verso i coetanei.

 

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